Il villaggio su palafitte di Ganviè è l'attrazione più visitata del Benin.
Siamo in Africa centrale, nel Golfo di Guinea, in un'area ancora poco conosciuta e poco visitata dal turismo.
Una delle motivazioni principali è sicuramente la mancanza di servizi per i turisti.
Ganviè è un villaggio su palafitte posizionato nel sud del paese, è uno dei più grandi ed estesi al mondo.
[bctt tweet="Splendidi scatti dal #Benin. A Ganviè, il villaggio su palafitte, la vita scorre ancora come una volta!" username="gviaggilowcost"]
Come accade per moltissimi altri siti situati in posti sperduti del mondo, poco si sa della sua storia, o forse poco c'è da dire riguardo alla sua storia. Sostanzialmente gli abitanti si allontanarono dal mare per fuggire alla schiavitù ed alla deportazione nelle Americhe.
Arriviamo di buon mattino al punto di partenza. Ovviamente l'espressione di buon mattino va sempre contestualizzata all'Africa.
Passando con la nostra jeep ci accorgiamo subito di essere nei pressi di una località molto turistica. Le persone in generale ed in particolar modo i bambini diventano molto insistenti nel pretendere soldi, segno che i turisti frequentano parecchio quest'area.
Arriviamo al punto di partenza dove una fila di scale permette ai tantissimi turisti di salire sulle barche che li porteranno al villaggio.
Nell'area intorno un andirivieni pazzesco di piroghe ed imbarcazioni di ogni genere. Bambini di 4-5 anni conducono da soli le barche.
Questa bimba si ferma in un punto imprecisato in mezzo all'acqua, tira fuori il suo piatto ed il suo cucchiaio e quando ha finito di mangiare, riparte alla volta del villaggio.
La vedremo arrivare a casa al termine del nostro giro.
Il lago è di acqua salmastra, poco profondo, massimo due metri. Qui quasi nessuno sa nuotare.
Saliamo sulla barca che era stata in precedenza prenotata, anche se qui il concetto di prenotazione è una cosa molto aleatoria. La barca è tutta per noi.
E' impossibile sapere quanto costa: né il nostro autista, né il conducente della barca e la guida che sale con noi lo sanno. Ci dicono tutti la stessa cosa: il prezzo lo fa la signora dell'hotel.
Partiamo in barca. Ci vuole circa mezz'ora a raggiungere il nucleo principale.
Lungo il tragitto diversi pescatori opportunamente posizionati che lanciano reti al nostro passaggio in cambio di soldi. Qualsiasi cifra darete loro vi diranno che è troppo poco.
Incontriamo uomini che pescano dentro l'acqua, bambini che a fatica conducono le loro imbarcazioni a remi, donne che si nascondono e girano la testa al nostro passaggio per non farsi fotografare, salvo poi chiedere comunque soldi.
Non pensate di arrivare in un luogo incontaminato e fuori dal tempo.
Fuori dal tempo sicuramente sì per il modo in cui vivono, incontaminato... diciamo contaminato dai soldi!
Le foto che possiamo scattare ed i filmati sono effettivamente di una bellezza particolare: i colori, l'acqua, queste costruzioni in legno, i bambini, la vita che scorre con obiettivi ed azioni per noi incomprensibili...
Il risvolto della medaglia sono le condizioni igieniche e sanitarie inesistenti, tutto viene scaricato nel lago, la corrente elettrica è data da generatori rumorosi e malfunzionanti e l'acqua fornita da alcune fontanelle presenti nel villaggio.
Il tour prevede l'attraversamento di una parte del villaggio fino ad un basamento in cemento dove è situato l'hotel ed il negozio di souvenir.
L'hotel ha gli stessi standard di tanti luoghi in cui abbiamo dormito in giro per l'Africa: un letto, una zanzariera malridotta ed i 'bagni' in comune.
Il negozio di souvenir ha un livello leggermente più alto come qualità dei prodotti a fronte di prezzi molto molto più alti. Prezzi che... vengono fatti dalla signora!
Una delle solite situazioni surreali in cui spesso ci si trova in questa parte d'Africa. Si entra nel negozietto in cui c'è di tutto alla rinfusa, anche alcuni oggetti carini. Scommetto di aver visto anche coralli e avorio... sono convinta che non fosse plastica!
Dopo non più di dieci minuti di tempo di permanenza e non avendo in mano un cestino pieno di cose da comprare, la signora si avvicina e ci chiede se non compriamo nulla e abbiamo finito.
Non si può rimanere troppo all'interno, lo spazio è piccolo, tantissimi altri turisti stanno arrivando e lei deve ottimizzare. Quindi: o si compra o si lascia posto a chi compra. Pagare il tour e andare via.
Il prezzo viene fatto, ovviamente, anche in base agli acquisti che farete.
E' forse l'unico posto in cui vogliono far pagare anche Valeria, normalmente sotto i 18 anni non pagano da nessuna parte, neppure negli hotel.
Saldiamo il nostro debito dopo aver trattato un po' ed ottenuto uno sconto ridicolo e ce andiamo.
La signora, la guida e tutti gli altri si prodigano ad informarci che i soldi non sono i loro, servono a sostenere la comunità, ad aiutare la costruzione di servizi ed ospedali, all'istruzione dei bambini,... il solito teatrino ben recitato per i turisti.
Salvo poi avere in mano una ricevuta di importo molto più basso rispetto a quello pagato. Le mie insistenti richieste di spiegazioni vengono puntualmente ignorate.
Meglio non pensare a cosa può corrispondere e a cosa può comprare qui la sola cifra dichiarata sulla ricevuta. Moltiplicandola per il numero di turisti, probabilmente si dovrebbero vedere pavimenti d'oro!
La barca ci aspetta, dobbiamo salire velocemente, liberare l'attracco e far posto agli altri.
Per loro il tour è finito. Si ritorna alla base. Chiediamo di poter fare un giro aggiuntivo in barca, tra le palafitte, alla scoperta di un pezzo un po' meno turistico.
Probabilmente la soluzione migliore sarebbe quella di mettersi d'accordo direttamente con un proprietario di barca a remi al molo.
Sono quelli più economici e meno abituati, ma il tempo che si impiega a remi è infinito sotto questo sole cocente. Non è detto che si veda di più di un più rapido giro in barca a motore.
Parlottano un po' e ci dicono di no. Non vogliono perché riempire nuovamente la barca con altri turisti è per loro più redditizio.
Insistiamo parecchio. Stanno solo, come al solito, semplicemente trattando.
Risolviamo la situazione facendo ventilare che non siamo soddisfatti e che potrebbe saltare del tutto la mancia, ci accordiamo così per un giro extra e la guida sottolinea più volte la loro disponibilità ad accontentarci.
Il villaggio è molto grande, più di quello che si possa immaginare, e le parti un po' meno frequentate dai turisti sono più belle, sempre cercando di lobotomizzare il proprio cervello e non pensare alle condizioni in cui questa gente vive.
Vive ancora così a beneficio dei turisti? Chi ha maggior interesse a perpetrare nel tempo questa situazione? Potrebbe essere diverso? O sono loro i primi a non voler cambiare? D'altronde la situazione non è così tanto diversa nel resto del paese...
Tutte le solite domande che in Africa restano senza risposta.
Continuiamo a navigare. La guida si sforza di spiegare il nulla che questo luogo ha da raccontare. Possiamo solo guardare questi scorci che, se riusciamo a non pensare, hanno davvero un qualcosa di fantastico nella loro estemporaneità.
Alcuni bambini salutano felici, alcune signore sorridono al nostro passaggio ed alla nostra richiesta di fare foto.
Altre si arrabbiano, chiedono soldi, si girano dall'altra parte e litigano con la nostra guida.
L'effetto zoo in questi luoghi raggiunge livelli incredibili.
In questa mezz'ora aggiuntiva andiamo alla scoperta di altre zone.
Il villaggio è enorme e pare continui a crescere.
Sicuramente decidere di trascorrere un'intera giornata, portandosi dietro viveri, bevande e tutto il necessario permetterebbe di entrare di più in questo luogo e visitare le aeree più remote che non vedono turisti.
E' comunque tutto da pianificare prima e va fatto con insistenza in quanto il loro standard è un giro che non occupa più di 2 ore e a quello cercano rigorosamente di attenersi.
Forse non sono neppure così frequenti le richieste di fermarsi di più.
E' sicuramente un'attrazione da non perdere in Benin. Non è un luogo, ma una vera attrazione.
Durante il nostro on the road in Ghana, Togo e Benin abbiamo visitato anche un piccolo villaggio su palafitte in Ghana: non sono assolutamente paragonabili.
Ganvié è il migliore e il più bello sotto tutti i punti di vista.
Normalmente bastano 2 ore per visitarlo. Se volete addentrarvi di più organizzate e trattate voi direttamente prima di partire con un proprietario di barca.
Tenete presente che più persone coinvolgete e più vi costerà: ognuno vorrà la sua parte e la sua mancia.
Portate con voi da bere ed eventualmente da mangiare se volete esplorare di più. Non è possibile acquistare nulla e non c'è nulla.
Non si può andare da soli e non si può organizzare la visita da soli. Tenete presente che il conducente della barca litigherà spesso con gli abitanti che cercheranno di spillarvi ulteriori soldi.
Al di là di tutto quello che vi ho illustrato è un luogo magico che vi porta in un'altra dimensione, in un'altra vita completamente diversa, in uno dei luoghi più belli in cui scattare foto e girare video che, una volta a casa, vi faranno accantonare tante considerazioni per godervi i colori e la cacofonia di questo pezzetto d'Africa!
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